giovedì 28 febbraio 2008

Salvate quest'uomo!

Se quest’uomo fosse stato beccato in strada a Como a sistemarsi i gioielli di famiglia avrebbe rischiato di prendersi una bella multa. La Corte di Cassazione ha confermato 200euro di multa nei confronti di un 42enne comasco, che dovrà versarne altri mille alla cassa ammende, per essersi “grattato”. Il tapino è stato colto in flagranza mentre "sulla pubblica via si toccava vistosamente i genitali (da sopra i vestiti)". La terza sezione penale della Suprema corte ha spiegato che "il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio". Ora, io credo che il Berlusca di azioni “offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio” ne abbia fatte ben altre. Lo vorreste condannare per questa banale sistematina? Consci del fatto che, se fosse toccato effettivamente a lui, avrebbe già depenalizzato il reato, io e la mia persona ci sentiamo di dissentire verso l’eccessiva severità dell’interpretazione normativa degli ermellini (e lungi da me essere tra quelli che se la pigliano con i magistrati!). Anche perché ho letto da qualche parte che Berlusconi starebbe per spedire una nuova lettera alle famiglie italiane. Se fossi un uomo, una toccatina me la darei.

sabato 23 febbraio 2008

Gli impresentabili si presentano (magari in Islanda)

Il buon duhangst, probabilmente non sapendo quanto poco io soffra il freddo, mi ha mandato con questo meme in giro per l'Islanda, ma lo perdono ;-)).
In cosa consiste? Andare nella Top Posts di WP in lingua islandese, scegliere il post o il viso e postare un “Ummæli”, cioè un commento. Va bene qualsiasi cosa, tranne il “ciao, volevo farti i complimenti per il blog, ti va uno scambio link?”. Saluti, frasi poetiche, quello che si vuole ma rigorosamente in italiano o dialetto. Ripetere la procedura per tre volte e pubblicare, ovviamente linkandoli, i blog islandesi scelti. Passare poi la palla ad altri 5 blogger da mandare allo sbaraglio nella terra dei ghiacci.

I blog da me scelti sono questi:
skurinn
thordis
snorriogisol
Il commento che ho lasciato loro è questo qua:

"Ciao, non mi conosci, sono italiana. Volevo sapere: come sono i vostri politici? Ma soprattutto, quanti seggi avete a disposizione? Possiamo mica mandarvi qualcuno dei nostri? Sai, noi siamo abituati a mandare la monnezza in Germania dietro compenso, magari possiamo esportare qualche parlamentare impresentabile, se ci fate un buon prezzo. Per onestà intellettuale, prima di firmare il contratto vi faccio vedere di che merce parlo, guardatevi questo video: "Gli impresentabili si presentano"
Visto? Ok, ok, provo con qualche Stato dell’Africa centrale. Poverini, loro sono abituati a pigliarsi i nostri rifiuti e manco ci guadagnano niente".


E ora mando in Islanda:
60gandalf: che tanto ama il freddo e la neve
jack: che l’ultima volta l’ho visto vagare per il deserto e non vorrei prendesse un’insolazione
fabio r: perché è talmente colto che magari sa pure l’islandese
baol: perché so che lascerà dei bellissimi commenti nel suo dialetto che sono sicura avranno molto successo tra gli islandesi
s.b.: che è l’unico che quando gli passi un meme non ti lancia una maledizione, almeno spero.

sabato 16 febbraio 2008

Meno male che Silvio c’è

Mi scuso con i miei amici lettori se sto un po’ latitando dal mio e dai vostri blog. In questo periodo sono piena di lavoro e di impegni. Ma sono riuscita lo stesso a vedere Berlusconi da Riotta. Per chi non lo avesse visto, ecco alcune favolose dichiarazioni del Cavaliere. Non tutte le parole sono riportate fedelmente, non sono così veloce alla tastiera, ma il concetto c’è.
E ve lo dico, meno male che Silvio c’è.

“Non ho fatto alcuna legge ad personam, ho toccato con mano l’esperienza di un cittadino nei gironi infernali dei processi, ho capito da cittadino cosa voleva dire e ho fatto delle leggi, però io non ho usufruito di nessuna di queste leggi”

Meno male che Silvio c’è

"In Rai non c'è stata un'occupazione negli anni del mio governo. Io sono ormai distante dal gruppo e credo che sia fuori luogo parlare di oligopolio nel mercato di oggi"

Meno male che Silvio c’è

Berlusconi ha ribadito di non aver mai allontanato Biagi dalla Rai: "Avevo solo chiesto che non si facesse un uso criminale della rete pubblica".
«Mi sono battuto perché Enzo Biagi non lasciasse la televisione, ma alla fine prevalse in Biagi il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato»

Meno male che Silvio c’è

“Non hanno trovato una sola insolenza, una sola offesa che io ho rivolto ad un avversario politico della sinistra”

Meno male che Silvio c’è

“Sarkozy ha fatto un gesto di gentilezza all’Italia sposando un’italiana”

Meno male che Silvio c’è

“Fu la mia mamma a dirmi se ti senti il coraggio di farlo, devi farlo”

Meno male che Silvio c’è

La sinistra ha messo l’Italia in ginocchio noi diciamo: rialzati Italia!


Meno male che Silvio c’è.
È il nuovo inno del popolo della libertà. Per ascoltarlo e leggere il testo digita qui. Sarà un’ottima colonna sonora per scorrere questo post. E comunque il vero slogan del Pdl lo ha trovato Signor Ponza.

domenica 10 febbraio 2008

Un appello, anzi tre

Cari amici bloggers che passate di qua, vorrei segnalarvi due importantissimi appelli lanciati dalla sempre vigile rudyguevara-simona, che oltre ad essere mia omonima, è pure una blogger molto impegnata e sensibile. Uno riguarda Taranto e il pericolo latte alla diossina, per saperne di più, cliccate qui, l’altro invece si riferisce all’8 per mille alla Chiesa cattolica, non vi rovino la “sorpresa”, lo trovate qui. È molto importante, quindi, vi prego, leggete, leggete, leggete.

Un appello, molto meno serio, lo lancio io. L’omo mio, che pure a volte impreca contro il signor Blogspot che mi tiene in ostaggio ore davanti al pc, si diverte a vedere grafici e dati sul mio blog consultando una strana diavoleria che si chiama Google Analytics. Di solito l’unica cosa che mi faccio dire è con quale strana chiave di ricerca i lettori sono arrivati da me, per concludere ogni volta che gli uomini sono sempre a caccia di “culi”. Ma il punto oggi non è questo: verificando le aree geografiche di provenienza dei miei lettori è uscito un dato inquietante. C'è una persona che consulta il mio blog da Arcore. Ora, vi prego, se si tratta di qualcuno di voi di cui non conoscevo l’esatto luogo di origine e che casualmente vive pure lui là, questo qualcuno si riveli, altrimenti corro a fare le valigie, destinazione Patagonia.

giovedì 7 febbraio 2008

No, we can’t

E te pareva. Il nostro buon Walter, l’unico uomo di sinistra cresciuto a McDonald’s e Coca Cola, si appropria dello slogan di Obama e intona anche lui “Yes, we can”. Ma siamo sicuri?
Il governo è appena caduto, morto prematuramente, e al suo funerale ben pochi hanno detto o pensato “Anche i migliori se ne vanno”. Perché questo governo onestamente poteva fare di più e meglio, ce lo doveva, me lo doveva. Non l’ha fatto e non è stato in grado di evitare che l’uomo venuto da Arcore tornasse in sella proprio mentre sembrava disarcionato dai suoi stessi scudieri. E Wally balla da solo, fingendo a se stesso e agli altri, perché dubito ci creda veramente, di poter sconfiggere l’avversario. No we can’t, Walter. E i politici made in Italy non sono minimamente paragonabili a chi dall’altra parte dell’Oceano sta conducendo una bella, appassionante e corretta campagna elettorale. Parere di una che non è mai stata filoamericana. I democratici statunitensi avranno vinto comunque, in un caso potrebbero schierare per la prima volta una donna, nell’altro un uomo di colore. Personalmente tifo per lui, anche se mi divertirebbe il pensiero di Hillary beccata nella sala orale, pardon, ovale, con un aitante stagista, per la gioia di tutte le mogli tradite. Pure se a me Bill alla fine stava simpatico e come non provare compassione per un uomo costretto davanti alle telecamere a usare 57 metafore diverse per non dire quello che la signorina in tailleur stava facendo sotto al tavolo? Scherzi a parte, i due contendenti sono entrambi degni di rispetto. Obama, da sempre contro la guerra in Iraq, Hillary da sempre in lotta per una sanità più giusta.
Nel nostro paese, invece, non vedo grosse novità. Quello che cambia da noi è solo il nome che si dà alle cose, non le persone che ci sono dietro. Per queste, ahimè, imminenti elezioni, ci ritroviamo la cosa “rossa”, la cosa “bianca” e la cosa “rosa” (il vero nome del Partito Democratico). Sarà, ma io vedo profilarsi all’orizzonte un’indistinta, informe e anche un po’ maleodorante cosa marrone. Turiamoci il naso allora e anche se “non possiamo” speriamo nel miracolo.

venerdì 1 febbraio 2008

Paese che vai, cesso che trovi

“Basta la parola”, era il celebre slogan della Falqui. Per non pronunciare davanti al farmacista l’imbarazzante parola stitichezza, ditegli solo 'voglio le pastiglie Falqui', lui capirà. Poi c’era l’Euchessina, un tempo definita Dolce perché comunque certi argomenti andavano trattati con delicatezza. L’immagine ti proponeva un improbabile goffo gufo zompettante che “gufava” sulla tua regolarità, giusto per incrementare le vendite del prodotto. Oggi siamo diventati leggermente più espliciti: la bella Marcuzzi, mano alla pancia, decanta le virtù del bifidus activus regularis per la nostra “irregolarità intestinale”. Nell’attesa che finalmente qualcuno sdogani la parola “cacca”, ecco un esempio di mentalità esplicita: la toilette made in Japan (ringrazio il misterioso amico che mi ha gentilmente girato questa foto). Loro sì che parlano e scrivono come cag..come mangiano! Sono troppo avanti. Quando mai troveremo in Italia un cesso con servizio bidet tutto compreso? E con diverse opzioni di spray, per giunta, segnalate dal disegno di un simpatico culetto? Pensate che per questo capolavoro di cesso, l’azienda ha filmato alcune persone sedute sul water per studiarne le pose, col loro consenso, ovviamente. Le cavie sono state riprese per sette ore ciascuno e i risultati sono stati analizzati da programmi computerizzati che hanno creato una tazza ipercompatta, in grado, tra l’altro, di far risparmiare ben il 20 per cento di fatica per la pulitura. So’ soddisfazioni.

Comunque, il simpatico bagno con bidet incorporato non è una cattiva idea. Propongo che ne siano installati degli esemplari in Parlamento, può servire a qualcuno per ripulirsi la faccia….


P.P. (Post Post): A riprova dell’italico ipocrita senso del pudore, vi segnalo che il correttore automatico di Word insiste nel trasformare Euchessina in Duchessina.